Etiopia

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Etiopia
Etiopia – Bandiera Etiopia - Stemma
(dettagli)
Etiopia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Federale Democratica d'Etiopia
Nome ufficiale Ityop'iya Federalawi Demokrasiyawi Ripeblik
Lingue ufficiali Amarico², tigrino
Altre lingue europee più conosciute: italiano, inglese
Capitale Addis Abeba  (3.425.000 ab. / 2006)
Politica
Forma di governo Repubblica Federale
Capo di Stato Girma Wolde Giorgis
Capo di Governo Meles Zenawi
Indipendenza 31 gennaio 1941 dalla giurisdizione italiana
Ingresso nell'ONU 13 novembre 1945 1
Superficie
Totale 1.127.127 km² (27º)
 % delle acque 0,7 %
Popolazione
Totale 76.511.887 ab. (2007) ()
Densità 68 ab./km²
Geografia
Continente Africa
Fuso orario UTC +3
Economia
Valuta Birr etiope
PIL (PPA) 78.923 milioni di $  (74º)
ISU (2010) 0,328 (basso) (157º)
Varie
TLD .et
Prefisso tel. +251
Sigla autom. xx
Inno nazionale Whedefit Gesgeshi Woude Henate Ethiopia
Festa nazionale 5 maggio
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1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.

²L'inglese e l'italiano, quest'ultima per il passato coloniale, sono studiati come lingua secondaria, a scelta insieme all'amarico, e sono le principali lingue utilizzate per gli affari esteri.

Evoluzione storica
Stato precedente Repubblica Popolare Democratica d'Etiopia
 

La Repubblica Federale Democratica d'Etiopia (amharico: ኢትዮጵያ, traslitterazione: Ityop'iya) è uno Stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria (tant'è che è considerata il più antico stato africano). L'Etiopia confina a nord con l'Eritrea, ad est con il Gibuti e la Somalia, a sud sempre con la Somalia e con il Kenya, a nord-ovest con il Sudan ed a sud-ovest con il Sudan del Sud; è uno stato senza sbocco al mare.

Storicamente l'Etiopia è nota anche come Abissinia.

Indice

[modifica] Nome

Nell'Iliade[1] e nell'Odissea[2] i greci chiamavano Αἰθιοπία (Etiopia) le terre abitate dagli Αἰθίοψ (Etiopi), cioè gli uomini “dal viso lucido”,[3] mentre lo storico Erodoto utilizzava il nome Etiopia per riferirsi a tutte le terre a sud dell'Egitto.[4]
Le fonti etiopi invece fanno derivare il nome dal termine Ityopp'is che designava il popolo figlio di Cush, figlio di Ham, il fondatore della città di Haksum (e tutto questo è confermato nei loro testi sacri). Una terza teoria farebbe derivare il nome dall'espressione nella lingua dei “faraoni neri” del Sudan: et (~ verità o pace) op (alto o superiore) bia (paese o terra): traducibile come “paese della pace più alta”.

In epoca coloniale questa nazione era nota come Abissinia (erroneamente ci si riferisce all'intera Etiopia con questo nome) nome derivante dalla popolazione degli abissini; che a loro volta prendono nome dall'antico clan egemone degli Habashat, che secondo i loro miti migrò qui partendo dall'Arabia.

[modifica] Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Etiopia.
Rovine del tempio a Yeha, Tigrè

Attorno al 970 la regina Gudit (detta Mishkinzana VII) perseguitò i cristiani che si trovavano in Etiopia ed aiutò a far crollare il Regno di Axum. Sebbene sia presentata dalle cronache etiopi come ebrea, alcuni studiosi moderni hanno qualche dubbio al riguardo, suggerendo che potrebbe essere stata una pagana.[5] All'inizio del basso medioevo nasce il regno di Etiopia, unico baluardo cristiano in Africa.

La fine del XIX secolo è segnata dall'inizio della colonizzazione europea del continente africano. Nel 1870 il porto di Assab, presso l'entrata meridionale del Mar Rosso, è comprato da una compagnia italiana come cessione di un sultano locale. Questo evento pone le basi per la fondazione di una colonia italiana in Eritrea. L'espansione della colonia verso l'interno porta ad un conflitto con l'impero etiope, governato dal negus Menelik II, ed alla battaglia di Adua del 1896, quando l'esercito abissino sconfigge la giovane potenza coloniale e l'Etiopia riesce a rimanere indipendente. L'Italia e l'Etiopia firmano il trattato di Uccialli che sancisce le relazioni fra i due paesi fino all'inizio della nuova espansione coloniale italiana verso l'Etiopia.

Con l'apertura del canale di Suez aumenta l'interesse europeo per il Paese. Il 3 ottobre 1935 l'Italia attacca, senza dichiarazione di guerra, l'impero etiope. Gli italiani, agli ordini del generale Pietro Badoglio, riescono a sconfiggere la resistenza degli etiopi e a spingersi fino alla capitale Addis Abeba, nella quale entrano il 5 maggio 1936. L'Etiopia viene annessa all'Africa Orientale Italiana. L'Italia, per questo atto di invasione subì l'embargo da parte della Società delle Nazioni.

L'Etiopia viene occupata dagli inglesi nel 1941 e l'Imperatore Haile Selassie I torna al potere fino al 1974. Nel 1974 una giunta militare, il Derg, depone l'Imperatore Haile Selassie I (in carica dal 1930, salvo la parentesi dell'occupazione italiana) e crea un regime socialista, con a capo, dopo una graduale e spietata eliminazione dei concorrenti, Mengistu Haile Mariam. Nel biennio 1984-1985 il paese viene colpito da una carestia di vastissime proporzioni che porta alla morte di 8 milioni di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime sanguinario viene in ultimo deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1994 viene eletta un'Assemblea Costituente e le prime elezioni multipartitiche si tengono nel 1995. La guerra di confine combattuta contro l'Eritrea nel maggio 1998 ha rafforzato la coalizione al potere, ma ha fortemente indebolito l'economia del paese.

[modifica] Geografia

Carta dell'Eritrea ed Etiopia (Abissinia) dell'anno 1896. Fonte: Meyers Konversations Lexikon

Con 1.133.380 km², l'Etiopia è il 27º stato per grandezza (dopo la Colombia). Per grandezza è comparabile alla Bolivia. La secessione dell'Eritrea, nel 1993, ha privato il paese dello sbocco sul Mar Rosso.

[modifica] Morfologia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Geologia dell'Etiopia.

La maggior parte dell'Etiopia è localizzata nel Corno d'Africa, che è la parte più orientale del continente africano. All'interno dell'Etiopia si trova un vasto complesso di montagne e scoscesi altopiani divisi dalla Rift Valley, che attraversa il paese da sud-ovest a nord-est ed è circondata da bassopiani, steppe e zone semidesertiche. La grande diversità del territorio determina una grande varietà di climi, terreni, vegetazione naturale e di aree abitate.

[modifica] Idrografia

I principali laghi sono l'Abaya e il Tana; i principali fiumi sono il Giuba, l'Omo e il Nilo azzurro.

[modifica] Clima

La temperatura media di Addis Abeba è di circa 15 °C in dicembre e di circa 18 °C in maggio. Luglio e agosto, i mesi delle grandi piogge, hanno temperature medie intorno ai 15-16 gradi (minime intorno agli 11). Le minime più basse (5-6 gradi C) si hanno in novembre e dicembre. La piovosità annua media è di circa 1200 mm. (minima da novembre a gennaio, massima da giugno a settembre). Gli estremi registrati: minima -7 °C massima 40 °C. Possiamo definire il clima "alpino" nell'acrocoro, visto che il paese è situato vicino a delle montagne, ed umido nel centro e vicino all'Eritrea, visto che soffiano i monsoni. Il clima umido,permette la coltivazione di tabacco e cereali.

[modifica] Popolazione

Province dell'Etiopia prima del 1995

Nel 2007 l'Etiopia aveva una popolazione di 76.511.887 abitanti, con una densità media di 68 unità per km²; la speranza di vita è di 49 anni, una delle più basse del mondo. Elevatissima la percentuale di popolazione rurale: l'84% (2005); poiché gran parte degli abitanti vive di agricoltura di sussistenza, gli insediamenti più popolati si trovano nella regione centrale, dove il terreno si presta maggiormente alle coltivazioni.

In Etiopia, come nella confinante Eritrea, vigono le particolari regole dell'Onomastica abissina, per le quali il nome di ogni persona è costituito da quello proprio seguito da quello paterno (non esistono perciò i cognomi).

[modifica] Demografia

[modifica] Etnie

La composizione etnica è assai diversificata, a causa della mescolanza razziale e linguistica che ebbe inizio sin dai tempi antichi; i principali gruppi sono:

  • gli Amhara (o Amara o Abissini, 38%), presenti sull'altopiano a nord di Addis Abeba;
  • i Oromo o Galla (35%), nella zona centro-meridionale, prevalentemente dediti alla pastorizia e all'agricoltura;
  • i Somali (2% circa), a oriente, nella regione dell'Ogaden;
  • i Sidama (2% circa), che risiedono principalmente nelle regioni sudoccidentali;
  • i Danachili (Dancali, o Afar), stanziati nelle pianure semidesertiche della zona nordorientale del paese.

Tra i gruppi non autoctoni si segnalano yemeniti, indiani, armeni, greci, italiani e, singolarmente, una piccola comunità di rastafariani provenienti dalla Giamaica[6].

Secondo altre fonti i maggiori gruppi etnici sono nell'ordine:

Nel paese è ancora presente una piccola comunità di italiani rimasti in Etiopia anche dopo il 1941.

[modifica] Lingue

Le lingue autoctone più parlate sono: Amharico, Oromigna, Tigrigna, Guragigna, Somalo, Arabo, altre lingue locali. Fra le lingue europee le più conosciute sono l'inglese (diffuso tra i giovani) e l'italiano (soprattutto nel nord e nella capitale, molto meno al sud).

[modifica] Religione

Secondo l'ultimo censimento del 1994 la diffusione delle fedi religiose tra la popolazione dovrebbe essere così suddivisa: Chiesa ortodossa etiopica 50,6%, protestanti 10,1% in maggioranza della Chiesa Evangelica Etiope Mekane Yesus, cattolici 0,9% (per un totale di cristiani del 61,6%, ovvero la maggioranza della popolazione), musulmani 32,8%, Religioni tradizionali (animisti) 5,6%[8].

I cristiani ortodossi sono predominanti nell'Etiopia centrale e settentrionale, i cristiani ortodossi e quelli protestanti compongono larga parte della popolazione dell'Etiopia meridionale e occidentale.

Una piccola e antica comunità di ebrei, i Falascia (Beta Israel in aramaico), vive nel nord-ovest dell'Etiopia, anche se molti di loro (circa 90.000, l'85% della popolazione totale) si sono trasferiti in Israele negli ultimi decenni, principalmente durante le operazioni "Moses" (israeliana, 1984), "Joshua" (statunitense, 1985) (un progetto di aiuto all'immigrazione in Israele dei Falascia durante una carestia che aveva colpito la regione) e l'operazione "Solomon" (israeliana, 1991) a seguito degli scontri tra Etiopia ed Eritrea.[9] Alcuni studiosi ebraici ritengono che questo gruppo etnico sia ciò che rimane di una delle tribù perdute di Israele.

È presente anche il Rastafarianesimo.

[modifica] Ordinamento dello stato

[modifica] Suddivisione amministrativa

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Regioni dell'Etiopia.
Le regioni dell'Etiopia

L'Etiopia è suddivisa in 9 regioni, a cui si aggiungono 2 città autonome:

  1. Addis Abeba
  2. Afar
  3. Amhara
  4. Benishangul-Gumaz
  5. Dire Daua
  6. Gambela
  7. Harar
  8. Oromia
  9. Somali
  10. Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud
  11. Tigrè

[modifica] Città principali

Addis Abeba (2.424.000 abitanti), a 2360 m slm, la capitale dell'Etiopia e capitale della regione omonima, circondata dalle regione Oromo, quasi al confine con la regione Amhara, abitate dalle due principali etnie dell'Etiopia.

Dire Daua (398.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1095 m slm, al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. Importante centro sulla Ferrovia Addis Abeba-Gibuti, la città si è sviluppata come polo commerciale, agricolo (caffè) e del bestiame ed è inoltre sede di industrie tessili, alimentari e del cemento.

Gondar (195.000 abitanti), posizionata poco a nord del lago Tana a 2160 m slm, nella regione Amhara, antica capitale del regno etiope.

Macallé o Mekele (169.000 abitanti) è situata tra gli altopiani del Ghevà e del Gabàt a 2062 m slm ed è la capitale dello stato del Tigrè e prima città dell'Etiopia settentrionale. Importante mercato agricolo (cereali e cotone) con varie industrie alimentari, la città è il capolinea della carovana del sale, che trasporta il minerale a dorso dei cammelli dal deserto della Dancalia.

Grazie alla sua eccellente postazione strategica la città fu scelta nel 1881 come capitale del Paese dall'imperatore. Occupata dagli italiani nel 1895 a seguito della campagna etiope fu ripresa dall'esercito abissino l'anno dopo. Macallè fu uno dei primi obiettivi riconquistati nel 1935 dalle truppe italiane che portarono a termine l'occupazione dell'Etiopia.

Bahir Dar (167.000 abitanti), sul lago Tana a 1700 m slm, capitale della regione Amhara.

Gimma (159.000 abitanti), nella regione Oromo, è la maggiore città dell'Etiopia sud-occidentale.

Harar o Harer (132.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1856 m slm sul versante nord-orientale del Gebel Mullata, al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. La città, caratterizzata da un clima molto secco e caldo, è collegata per rotabile a Gibuti, Addis Abeba e Dire Daua. Importante ed attivo mercato agricolo ospita anche industrie alimentari e dell'artigianato (tessitura ed intreccio dei cesti).

Harar fu fondata dagli Arabi, provenienti dallo Yemen, nel VII secolo e nel 1520 divenne capitale dell'emirato musulmano di Adal. Invasa dagli egiziani nel 1875. Il 26 gennaio 1887 fu riconquistata dalle truppe imperiali e passò a far parte dell'Impero Etiopico. Nel 1989 fu riconosciuta dall'Unesco come patrimonio culturale dell'umanità e considerata quarta città santa islamica del mondo grazie alle sue numerose moschee.

Jijiga (98.000 abitanti), a 1609 m slm, capitale dell'Ogaden, il territorio abitato dai somali nell'Etiopia sud-orientale.

[modifica] Istituzioni

[modifica] Ordinamento scolastico

L'istruzione è stata per secoli monopolio della Chiesa Etiope, fino agli inizi del XX secolo, quando si adottò un sistema d'istruzione scolare. Il sistema scolastico etiope si articola in: 5 anni di scuola primaria, 3 anni di scuola inferiore e 4 anni della scuola superiore. Tutt'oggi si cerca di aumentare il numero delle scuole elementari per insegnare ai giovani a leggere ed a scrivere. Ad Addis Abeba vi è una scuola italiana, una francese, una tedesca, e varie scuole inglesi. Ultimamente sono sorte altre scuole, tra cui quella indiana e quella turca.

[modifica] Sistema sanitario

[modifica] Forze armate

[modifica] Politica

[modifica] Politica interna

Meles Zenawi, attuale primo ministro dell'Etiopia

Il Paese fa parte dal 1986 dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa.

L'elezione dell'assemblea costituente etiopica, che contava 547 membri venne tenuta nel giugno 1994. Questa assemblea approvò nel dicembre 1994 la costituzione della Repubblica Democratica Federale di Etiopia. Le elezioni per il primo parlamento etiopico nazionale frutto di elezioni veramente popolari e per vari parlamenti regionali vennero tenute a maggio e giugno del 1995. La maggior parte dei partiti di opposizione scelse di boicottare queste elezioni. Vi fu una vittoria travolgente per il partito EPRDF (484 seggi su 547). Osservatori internazionali e di agenzie indipendenti non governative fecero notare che i partiti di opposizione avrebbero potuto partecipare, se lo avessero voluto.

Il governo della Repubblica Federale Democratica dell'Etiopia venne insediato nell'agosto 1995. Il primo Presidente eletto è stato Negasso Gidada. Il governo guidato dal EPRDF del Primo Ministro Meles Zenawi ha promosso una politica di federalismo etnico, devolvendo poteri significativi alle autorità regionali, basate sulla composizione etnica. L'Etiopia oggi ha 9 regioni amministrative semi-autonome che hanno il potere di raccogliere tasse e spenderle in maniera autonoma. Sotto l'attuale governo, gli etiopi godono di maggiore partecipazione politica e di dibattito politico più libero rispetto ad ogni altro momento anteriore della loro storia, anche se alcuni fondamentali diritti, fra cui la libertà di stampa, sono, in pratica, alquanto limitati.

Il governo di Zenawi venne rieletto nel 2000 nelle prime vere elezioni multipartitiche nella storia dell'Etiopia, vincendo 481 seggi su 547. L'attuale presidente è Girma Wolde-Giorgis, rieletto per un secondo mandato di sei anni dai due rami del Parlamento il 9 ottobre 2007.

Nel 2004 il governo cominciò a trasferire più di due milioni di persone dagli altopiani aridi dell'est, adducendo come ragione che queste risistemazioni avrebbero diminuito la scarsità di cibo[10].

In Etiopia si sono tenute nuovamente le elezioni nel maggio 2005, occasione in cui si è avuta una percentuale record di votanti (circa il 90%). Sebbene gli osservatori dell'Unione Europea abbiano segnalato che in tali elezioni siano state violate le regole internazionali per giuste e libere votazioni, altri gruppi sono arrivati a conclusioni differenti. La dichiarazione rilasciata il 14 settembre dall'Unione Africana, infatti, loda "il mostrare, da parte della popolazione etiope, un sano impegno negli ideali democratici"; il giorno successivo lo "US Carter Center" concluse "the majority of the constituency results based on the May 15 polling and tabulation are credible and reflect competitive conditions". L'EPRDF (formato da 4 partiti) ha nuovamente vinto le elezioni, ma solo con il 59,8% dei voti e quindi 327 seggi. La principale forza di opposizione (Coalizione per l'Unità e la Democrazia, formata da 4 partiti) ha ottenuto il 19,9% e 109 seggi, la seconda forza di opposizione (Forze Democratiche Etiopi Unite, formata da 5 partiti) il 9,5% e 52 seggi, mentre i 58 seggi restanti sono andati a nove formazioni localistiche minori.

Nelle ultime elezioni che si sono svolte nel 2006 il governo in carica è stato sconfitto per quanto riguarda i seggi nella capitale, con una differenza di circa l'80% dei voti, ma è rimasto in carica sostenendo di aver vinto grazie ai voti provenienti dalle campagne. Numerose proteste da parte dei cittadini di Addis Abeba e delle altre città si sono concluse in scontri a fuoco dove hanno perso la vita decine, forse centinaia di persone. Alcune manifestazioni studentesche sono state represse nel sangue dalla polizia federale. Gli organi di stampa (sotto il completo controllo governativo) hanno dato comunicazione di scontri tra polizia e "banditi" nella zona di Mercato. Attualmente quasi tutti i leader dell'opposizione sono incarcerati o dispersi.

[modifica] Politica estera

La politica estera è dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due paesi, terminato nel 2000 col trattato d'Algeri, non è stato superato da rapporti pacifici stabilitisi tra i due paesi e permangono disaccordi sulla demarcazione del confine. Uno dei problemi comuni ai due paesi è rappresentato dalla presenza di un numero considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi (UXO) e mine antiuomo ed anticarro.

Sin dal 1991 l'Etiopia ha stabilito buone relazioni con gli Stati Uniti e l'Europa occidentale e cercato un sostegno economico sostanziale dai paesi occidentali e dalla Banca Mondiale.

Il forte legame con gli U.S.A. (fornitori di alimenti e armi) ha portato l'esercito etiope ad intervenire in Somalia nel 2007 contro le Corti islamiche, a sostegno del governo provvisorio somalo rifugiato a Baidoa. Nonostante i successi iniziali e l'appoggio aereo statunitense, le Corti islamiche hanno ripreso l'offensiva e gli scontri continuano tuttora. I rapporti sono tesi anche con il vicino Sudan.

[modifica] Economia

L'economia versa in condizioni gravissime; le guerre civili e le frequenti siccità hanno reso l'Etiopia uno dei paesi più poveri del mondo (nella graduatoria ISU si trova nella 155ª posizione) (2008). Circa il 40 % della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.[11]

L'agricoltura è praticata con metodi tradizionali; sugli altopiani si coltivano il caffè per l'esportazione, ortaggi, legumi e frumento; nelle zone più umide si coltivano cotone e tabacco. L'allevamento del bestiame è abbastanza sviluppato, ma le risorse forestali sono scarse, e nel sottosuolo si trovano giacimenti di platino e oro. L'industria è limitata alla produzione tessile e alimentare.

[modifica] Importazioni

L'Etiopia importa diversi beni, dalle materie prime ai beni capitali, ai beni di consumo. Le importazioni superano abbondantemente le esportazioni, determinando un ampio deficit della bilancia commerciale.

[modifica] Esportazioni

L'Etiopia esporta caffè,di cui esistono alcune buone varietà, e pelli grezze. A parte questi prodotti tradizionali, l'Etiopia non esporta alcun bene, a causa del suo gravissimo stato di povertà. Risulta però che discrete quantità di una sostanza leggermente psicotropa (di natura anfetaminica), le foglie di Kat ottenute da una pianta che cresce spontanea in Etiopia, siano esportate al di là del Mar Rosso, nella Penisola araba, dove vi è un notevole consumo.

[modifica] Trasporti

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Trasporti in Etiopia.

Fino a pochi anni fa l'Etiopia aveva un sistema viario piuttosto debole, in gran parte basato su strade costruite dagli italiani durante l'occupazione; l'insufficienza del sistema viario ha tra l'altro contribuito al determinarsi e all'aggravarsi di alcune delle crisi alimentari che il paese ha attraversato.

Negli ultimi anni, in particolare in seguito alle risorse liberate dalla cessazione delle ostilità con l'Eritrea e nel quadro di un processo più generale di ammodernamento, il Paese ha visto la costruzione di un notevole numero di strade, soprattutto nei dintorni di Addis Abeba e delle città maggiori.

L'unica linea ferroviaria esistente fu costruita dai francesi nel 1917 e collega Addis Abeba con Gibuti, passando per Dire Dawa.

L'aeroporto internazionale di Bole, ad Addis Abeba, è stato rimodernato negli ultimi anni e può considerarsi un ottimo aeroporto per gli standard africani; la compagnia di bandiera, Ethiopian Airlines, gode anche di ottima reputazione tra le compagnie africane, specie per la buona selezione e l'addestramento dei piloti (effettuato normalmente in Gran Bretagna). L'Etiopia gode di un discreto sistema di collegamenti aerei interni, con aeroporti non solo nelle città più importanti, ma anche in piccoli centri come Lalibela, tradizionale centro di pellegrinaggio e, più di recente, meta turistica.

[modifica] Turismo

Il turismo in Etiopia non è sviluppato, anche a causa delle infrastrutture poco adeguate. Tuttavia il governo dell'Etiopia considera il turismo, per il futuro, come una delle fonti di entrate potenzialmente più importanti per il Paese. Il tentativo è di puntare su turisti a reddito medio-alto, che siano attratti dalla cultura locale, e dalle bellezze naturali. Nel 1998 hanno visitato l'Etiopia ca. 250.000 persone; tuttavia questo dato è parziale, la maggior parte di questi visitatori si reca in Etiopia di passaggio, o per affari.

Il Simien

A questi si devono aggiungere altri tipi di aree protette a livello nazionale: santuari naturali, foreste, riserve, aree di caccia controllata, ecc.

[modifica] Arte

Ricche e abbondanti sono anche l'arte e l'architettura religiosa, che riflettono la lunga storia del Cristianesimo etiope; le chiese, e gli affreschi che si trovano al loro interno, testimoniano influenze bizantine e copte.

In Etiopia è diffusa soprattutto la pittura a soggetto sacro, caratterizzata da colori molto forti e caldi (un soggetto tipico è l'incontro tra Salomone e la Regina di Saba); non è diffusa invece la scultura (solo la pittura può raffigurare scene sacre).

Vi sono poi molti quadri a soggetto magrebino del noto artista ottocentesco Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice 1798-1863) che, a partire dal 1832, effettuò più viaggi in Africa.

[modifica] Architettura

Intorno al I millennio a.C. predominarono le influenze sudarabiche a cui si aggiunsero quelle asiatico-sirianiche. A cavallo dell'era cristiana si diffusero elementi indiani, testimoniati dal concetto del tempio rupestre isolato e dei motivi decorativi architettonici, seguiti da elementi dell'arte copta.[12]

L'arte etiopica si sviluppò sia nella fase medioevale, dal VII secolo al XVI secolo sia in una più moderna. Nel primo periodo furono soprattutto le zone del nord e del centro del Paese a fornire un'ampia fioritura, mentre il resto del Paese fu impegnato in aspre lotte con le forze islamiche.

La caratteristica principale dell'arte etiopica fu il ritmo orizzontale tipico degli edifici, anche in quelli alti contraddistinti dalla trasposizione della tecniche della capanne antiche rinforzate da travi orizzontali. Il motivo ricorrente è antico, in quanto ricorda le stele paleo-etiopiche, sia a sfondo religioso-funerario, sia a fini politici per esaltare il palazzo del re.

Se nell'architettura paleo-etiopica gli elementi tipici furono il podio di sostegno ai gradini, la scalinata di accesso esterna a tombe, chiese e palazzi, la chiesa di Dabra Dammò testimoniò, invece, il passaggio all'architettura medievale, contraddistinta da interni a tre navate terminanti in asbidi di derivazione siriaca. Famoso fu il complesso di 50 chiese di Lalibela risalenti al XII secolo, dalla pianta regolare, archi ampi, soffitti a cupolette, finestrelle con griglia a croce.

Le chiese del nord compresero nette separazioni tra il vestibolo ed il tabernacolo, invece intorno al XVI secolo comparve la chiesa rotonda con tetto conico probabilmente di influenza orientale.

Più recentemente, l'influenza portoghese si manifestò in edifici quadrangolari, a più piani con torrioni angolari.

[modifica] Scultura

La scultura fu costituita prevalentemente dai fregi esterni ed interni delle chiese eseguiti nella pietra o nel legno, talvolta policromi con motivi geometrici o animaleschi oppure raffigurante angeli e santi.

[modifica] Pittura

Se la prima pittura medievale si caratterizzò di affreschi di santi o di re-santi raffigurati in modo rigido e piatto, nei secoli successivi si impose la pittura a grandi tempere su tela o su pelle, da conservare sulle pareti delle chiese.[12]

Nel XIV secolo si diffuse il gusto siriaco e armeno, con in aggiunta un'ornamentazione copta; in quello seguente penetrò il gusto bizantino del ritratto dell'evangelista a piena pagina, mentre invece nei secoli successivi si diffonderanno motivi e stili occidentali.

La più tipica e caratteristica forma pittorica è stata la miniatura, che ha origine pre-cristiane.

[modifica] Sport

Gli atleti etiopi si distinguono nelle discipline atletiche del fondo e mezzofondo, con una tradizione che risale agli anni sessanta del secolo scorso con il maratoneta Abebe Bikila, vincitore delle maratone olimpiche di Roma 1960 e Tokyo 1964. Altri plurivincitori di medaglie olimpiche sono stati Myrus Yfter, Haile Gebrselassie, Kenenisa Bekele. Fra le donne da segnalare Derartu Tulu e Tirunesh Dibaba. È importante segnalare che, ad oggi, l'unica mezzofondista etiope che sia stata squalificata per doping è stata la maratoneta Shitaye Gemechu nel 2009[13] .

[modifica] Note

  1. ^ Histories, libro 2, capitoli 29 e 146; libro 3, capitolo 17
  2. ^ Odissea, libro 1, righe 22-23; libro 4, riga 84
  3. ^ Aithiops, Henry George Liddell, Robert Scott, ''A Greek-English Lexicon'', at Perseus. Perseus.tufts.edu. URL consultato il 16 marzo 2009.
  4. ^ Histories, II, 29-30; III, 114; IV, 197
  5. ^ http://www.gospelcom.net/dacb/stories/ethiopia/gudit_.html
  6. ^ Nita Bhalla. «The town that Rastafarians built», BBC News, 5 novembre 2001. URL consultato in data 7 aprile 2010.
  7. ^ http://www.ethiopianembassy.org/population.shtml
  8. ^ Ethiopia: A Model Nation of Minorities
  9. ^ The History of Ethiopian Jews, articolo della Jewish virtual library
  10. ^ In immagini: il grande riassetto dell'Etiopia BBC 22 April 2004
  11. ^ http://hdr.undp.org/en/media/HDI_2008_EN_Tables.pdf
  12. ^ a b Le muse, De Agostini, Novara, 1966, Vol.IV, paG.410-411
  13. ^ Shitaye Gemechu denies taking of banned substance . Ethiopian Reporter (2010-03-14). Retrieved on 2010-08-30.

[modifica] Bibliografia

  • Adolph Freiherr Knigge, Benjamin Noldmann's Geschichte der Aufklärung in Abyssinien oder Nachricht von seinem und seines Herrn Vetters Aufenthalte an dem Hofe des großen Negus, oder Priesters Johannes (Volltext)
  • Gerhard Rohlfs, Im Auftrage Sr. Majestät des Königs von Preussen mit dem Englischen Expeditionscorps nach Abessinien (Volltext)
  • Gerd Gräber, Angelika Gräber, Berhanu Berhe, Äthiopien, ein Reiseführer, Heidelberg, Kasparek, 1997. ISBN 3-925064-21-4
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  • Pippo Vigoni, Abissinia, giornale di un viaggio, Milano 1881

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