Sistema politico della Svizzera

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La Svizzera è una repubblica federale democratica composta da 20 cantoni e 6 semicantoni.

Indice

[modifica] Democrazia diretta

La Svizzera mantiene un particolare sistema di democrazia diretta. Il referendum è un istituto presente nella costituzione svizzera sin dal 1848 ed è garantito anche dall'attuale costituzione del 1999 (artt. 138-142).

Qualsiasi cittadino può, raccogliendo in cento giorni 50.000 firme, richiedere un referendum (art. 141 Cost.) nel quale, a maggioranza semplice, il popolo è chiamato ad esprimersi sul mantenimento o meno di una legge.

Inoltre 100.000 cittadini possono richiedere anche la revisione totale (art. 138 Cost.) o parziale (art. 139 Cost.) della costituzione.

Alcune materie devono comunque obbligatoriamente essere sottoposte al voto del popolo e dei cantoni, o del solo popolo (art. 140 Cost.).

[modifica] Legislativo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Assemblea federale (Svizzera).

L'Assemblea federale è composta da due camere:

  • il Consiglio nazionale composto da 200 deputati eletti proporzionalmente alla popolazione dei vari cantoni (circa 1 seggio ogni 35000 abitanti);
  • il Consiglio degli Stati, composto da 46 deputati, due per ogni cantone ed uno per ogni semicantone.

[modifica] Esecutivo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Consiglio federale (Svizzera).

Il Consiglio federale è un organo composto da sette membri. I consiglieri federali, pur essendo eletti ogni quattro anni dall'Assemblea federale, non possono però essere sfiduciati dalla stessa.

[modifica] Politica estera

[modifica] La Svizzera e l'Unione europea

In generale la Svizzera affronta la politica europea, così come quella estera, con prudenza e pragmatismo. Dopo il fallimento di alcuni referendum su un'eventuale adesione (ma con margini molto ristretti: il primo di questi, sullo Spazio economico europeo nel 1992, venne respinto dal 50,3% dei votanti), la Svizzera, per evitare l'isolamento, ha dovuto scegliere una via bilaterale (basata cioè su accordi bilaterali) con l'Unione.

Nel 2000 un importante pacchetto di 7 accordi su, rispettivamente, libera circolazione delle persone, trasporto aereo, trasporti terrestri, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio, appalti pubblici, ricerca, ha avuto l'avallo popolare. Questo pacchetto di 7 accordi è tenuto insieme dalla cosiddetta clausola ghigliottina: vale a dire, che se uno solo dei 7 accordi viene messo in discussione, cade l'intero pacchetto. Nel giugno del 2005 la Svizzera ha aderito agli accordi di Schengen, negoziandone l'attuazione pratica in modo di mantenere controlli saltuari alle frontiere, e reclamando un eventuale diritto di rescissione. Il 25 settembre 2005, un altro referendum ha esteso l'accordo della libera circolazione delle persone ai 10 Paesi entrati nell'UE nel 2004 (il referendum riguardava solo questo accordo, in quanto gli altri 6 si erano già automaticamente estesi ai nuovi Paesi). Il 26 novembre 2006, sulla scia delle trattative bilaterali in corso, un ulteriore referendum ha permesso l'approvazione della Legge federale sulla cooperazione con i Paesi dell'Est: tale legge funge da base legale per il versamento di un miliardo di Franchi svizzeri (650 milioni di Euro), che avverrà a tappe nell'arco dei prossimi 10 anni, a sostegno dello sviluppo sociale ed economico dei 10 Paesi che hanno aderito all'UE nel 2004.

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